Cinque. Cinque stagioni per amare le ragazze di Litchfield, o meglio, le carcerate più famose d’America. Se ci ripenso, le puntate di Orange is the new black sono volate: ci hanno fatto vivere emozioni forti, dolore, rabbia, angoscia e – sporadicamente – gioia. E per questo, diciamo la verità, dobbiamo solo dire grazie a Netflix per averla trasmessa in streaming.
Orange is the new black è una serie tv ideata da Jenji Kohan e la sua firma è più che tangibile. Solo una donna come lei, che ha collaborato a Sex and the City, Una mamma per amica e Will & Grace, poteva partorire cotanta bellezza. Abbiamo conosciuto le detenute del Connecticut nel 2013 (in Italia, sempre all’avanguardia, un anno dopo) e da allora non le abbiamo più lasciate.
All’inizio, la storia abbracciava soprattutto le vicenze di Piper Chapman, una bionda dagli occhi chiari che rappresenta al 100% la borghesia bianca newyorkese. La sua vita scorre tranquilla, con un ragazzo facoltoso al suo fianco e progetti per un futuro d’eccezione. Fino a che non viene condannata a scontare 15 mesi nel carcere femminile di Litchfield per aver trasportato dei soldi di provenienza illecita per Alex Vouse. Chi è Alex? La sua ex-ragazza, quella per la quale farebbe di tutto e che sta cercando di dimenticare da ormai 10 anni (senza successo).
L’altolocata Chapman finisce così dietro le sbarre e sembra un pesce fuor d’acqua. Non è abituata a condividere i servizi, a non “scrollare” la bacheca di Facebook e a servirsi a mensa con il vassoio. Ma, da un giorno all’altro, le cose cambiano e inizia a interagire con le altre donne condannate a scontare la pena. Presto ci si accorge che Orange is the new black non vuol parlare della singolarità di una, bensì dello spettacolo della moltitudine.
Ogni pregiudicata ha una storia da raccontare e un passato che non la fa dormire. Ciascuna di loro ha gli incubi la notte, si rigira nelle lenzuola ruvide e sogna i pancakes la domenica mattina. Combattono fisicamente e mentalmente contro gli abusi delle guardie (alcune sono davvero ignobili) e le ingiustizie dello stato nei loro confronti.
La corazza più dura dell’assassina, nel corso delle stagioni, diventa spessa come un foglio di carta ed emerge finalmente l’amore che custodisce.
Lottano, piangono, giocano a fare le gangster sniffando le polvere di caffè (don’t try this at home) e si tengono la mano per farsi coraggio.
Questo è Orange is the black. Questo è un inno al girl power.
Tornate presto, teppiste 💕 💕
Lunatica, creativa, nativa digitale. Tra un caffè e l’altro mi occupo di web e turismo, sempre con una bella colonna sonora di sottofondo.